La strada del vino BRESCIA E COLLI DEI LONGOBARDI

Accompagniamo il nostro visitatore lungo “la strada del vino” nel nostro primo itinerario che parte dalla città di Brescia e si snoda nelle dolci colline circostanti formate dal lento movimento dei ghiacciai con i vigneti che danno i favolosi vini DOC “Botticino”, “Cellatica” e “Capriano del Colle”. Siamo a Brescia e il nostro visitatore ha modo di cogliere subito l’importanza economica della città in quanto le industrie metallurgiche in origine alimentate dalle miniere alpine hanno rappresentato motivo di antica ricchezza riflessi da non comuni monumenti e collezioni d’arte. Piazza della Loggia, cinta da architettura di sapore veneto, è il punto di partenza di una visita che spazia dalle memorie della romana Brixia agli ambiziosi spazi dell’urbanistica littoria.


Una sosta è d’obbligo sulla sommità del Colle Cidneo nella parte nord orientale della città per la visita del Castello di origine medioevale fortificato nella seconda metà del XVI secolo e sede di importanti musei. Presenta un complesso di torri e baluardi con un mastio del Quattrocento. La zona circostante destinata a verde ospita il giardino zoologico. Ma è emblematica anche per il nostro itinerario ai piedi del Colle Cidneo la presenza della vigna Pustenta ritenuta il più grande vigneto urbano del mondo e ormai vecchio di 500 anni, che ora per un graduale stato di abbandono si cerca di salvare. Si eviterà così l’estinzione del vitigno autoctono Invernenga la cui uva, nella tradizione bresciana, si consumava come buon augurio proprio in questo periodo di feste di natale e capodanno.

Veduta con architetture e vigna e scorcio del Colle Cidneo con il Castello – Tempera su tela di Cominelli Vico

Lasciamo il Castello e, rimanendo nell’interland di Brescia, solcando le colline rocciose, così dette per la presenza di terreno a scheletro prevalente data la natura morenica dello stesso, raggiungiamo i Comuni di Capriano del Colle e Poncarale, ove con il Marchio “ Consorzio tutela vini Capriano del Colle” si producono dal vitigno Trebbiano vini bianchi DOC di qualità particolare ( Novello, Riserva, vini speciali frizzanti) e dai vitigni Sangiovese, Marzemino, Barbera, Merlot e/o incrocio Terzi vini rossi DOC di qualità particolare ( Rosso, Novello e Riserva). Questi vini e tutti i vini che incontreremo nella nostra “Strada del Vino” hanno la comune caratteristica che i produttori singoli ed associati sono riuniti in Consorzi di tutela che, oltre a contribuire alla qualità del prodotto in termini di assistenza nella fase di produzione e trasformazione delle uve , compiono importanti funzioni di marketing dei prodotti trasformati. La viticoltura e l’enologia hanno avuto sempre una attenzione particolare nella provincia di Brescia e il progresso agronomico e tecnologico è stato particolarmente intenso a partire dagli anni 60 e particolarmente negli anni 70 con la realizzazione di nuovi impianti e l’affinamento delle tecniche enologiche. Così anche nei territori dove stiamo accompagnando il nostro visitatore furono introdotti vitigni tipici del Trentino ( Marzemino) o di altre regioni ( Barbera, Sangiovese, Trebbiano toscano) ma sempre con una sapiente selezione clonale operata dai viticoltori locali e non da meno con opere di miglioramento genetico: vedi ad esempio la felice riuscita del vitigno consigliato “Incrocio Terzi” che prende il nome del suo costitutore Riccardo Terzi che l’ha ottenuto con l’ibridazione tra le cultivar Barbera e Cabernet Franc.

(L’agronomo Agostino Gallo figura esemplare di studioso capostipite di numerosi valenti tecnici agricoli ed enologi che hanno onorato la laboriosa provincia bresciana)

Sono questi aspetti di storia dell’agricoltura che hanno lasciato segni importanti nella crescita agronomica ed economica del territorio. Un territorio caratterizzato così da vini superbi e di gran classe e dove si è guardato molto all’aspetto della salvaguardia dell’ambiente per la presenza del Parco Regionale del Monte Netto che comprende, oltre al Comune di Capriano del Colle. i Comuni di Flero e Pancarale con un apprezzabile patrimonio sacro e di edilizia civile. Nel Parco è possibile incontrare una significativa microfauna nonché particolari associazioni arboree ( Bosco delle colombaie). E’ imperante nel Parco stesso un ottimale connubio tra colture erbacee ( orzo, frumento e mais) e le rigide regole dell’agricoltura ecocompatibile. 


Risalendo e dirigendoci verso ponente rispetto alla citta di Brescia, percorrendo i Colli Longobardi, raggiungiamo un’altra zona vitivinicola interessante, tutelata dal “Consorzio Botticino Doc” e costituita dai Comuni di Brescia, Botticino e Rezzato. Ci piace sottolineare la dicitura “longobardi” a queste colline per ricordare al nostro visitatore la lunga dominazione dei Longobardi (568 - 774) che inizialmente fu rivolta alla spoliazione e al saccheggio, ma che successivamente con la fusione tra le popolazioni italiane e longobarde e. con la costituzione di una monarchia ereditaria potente, si affermò un potere stabile con leggi ispirate alla romanità e al cristianesimo. E’ significativo rilevare che i Longobardi erano quasi riusciti a costituire l’unità della penisola impedita dalla successiva dominazione dei Franchi e ritardata così di cica undici secoli. Durante la prima fase dell’invasione tra il 568 e il 569 fu istituito il Ducato di Brescia. L’antica Bixia fu una delle città in cui la presenza longobarda fu maggiore e che ricoprì un ruolo di primaria importanza nella storia del regno longobardo esprimendo anche personalità come re Rotari e Re Desiderio. La dominazione longobarda ha lasciato così un segno indelebile sul territorio con opere d’arte già ricordate come il Monastero di S. Giulia e la Chiesa di S. Salvatore della città di Brescia oggi beni protetti dall’Unesco e patrimonio dell’Umanità. Le tracce lasciate dalla dominiazione longobarda sono visibili anche in numerose scoperte archeologiche anche recenti nei comuni della nostra strada dei vini, che gettano nuova luci sugli insediamenti dei Longobardi. E nei tenimenti che furono dei Longobardi il nostro visitatore potrà gustare l’ottimo vino Botticino Doc Rosso o Riserva prodotto con i particolari cloni dei vitigni Barbera, Marzemino, Sangiovese e soprattutto con la cultivar autoctona Schiava gentile sicuramente introdotta a seguito della dominazione longobarda e così chiamata per il particolare sistema di potatura molto energica per migliorare la qualità. Il territorio presenta una varietà di strutture ricettive e ristorative ove è possibile abbinare questo particolare vino, dal profumo intenso quasi etereo e dall’ottima struttura, con secondi di carne ricchi e saporiti, selvaggina, arrosti e spiedini bresciani. Il nostro itinerario prosegue per circa 7 Km ad ovest Brescia, quasi ai confini con la Franciacorta per raggiungere, sempre percorrendo fertili colline, il Comune di Cellatica che dà il nome al “Consorzio Vini Doc Cellatica”. Nella zona di produzione, oltre ai Comuni di Brescia e Cellatica, rientrano i Comuni di Rodendo, Saiano, Gussago e Collebeato. Si tratta di un vino rosso che ha come area di produzione una zona limitata ( si coltiva soltanto nei terreni collinari non oltre i 400 metri, escludendo anche quelli pianeggianti e freschi; rappresenta quindi un prodotto di nicchia , a cui i relativi pochi imprenditori hanno voluto offrire un carattere di grande qualità. La base ampelografica è costituita dai seguenti vitigni: Marzamino, Barbera, Schiava gentile, Incrocio Terzi n.1 che esplicano il massimo della loro potenzialità per un felice connubio clima e terreno. Il clima mitigato dai grandi laghi e soprattutto i terreni morenici, caratterizzati da una forte presenza di scheletro e tessitura calcareo-argillosa, presentano una buona struttura e reazione leggermente alcalina e, infine, un buon rapporto acqua - pianta - terreno in quanto anche ottimamente drenati. Per tali ragioni e per la sapiente e amorosa cura dei vinificatori si ottiene un ottimo prodotto, quale il vino doc Rosso o - nella qualità particolare - Superiore, il quale ultimo si presenta d colore rosso rubino, con possibili riflessi granati, profumo ampio ed avvolgente, gusto asciutto, pieno e di buona struttura: in sintesi eccellente. Così il nostro viaggiatore potrà gustarlo in loco abbinato ai piatti di carne rossa, arrosti, spiedini bresciani e selvaggina